Gli ecovillaggi – comunità sostenibili per un futuro resiliente.

La preoccupazione legata alla crisi climatica ha alimentato, negli ultimi anni, il dibattito sulla ricerca di alternative più sostenibili ai tradizionali modelli di consumo e produzione. In questo contesto di ecoansia è cresciuto l’interesse nei confronti dei villaggi ecologici o “ecovillaggi”.

Ma cosa sono gli ecovillaggi? Spesso, quando se ne parla, l’immagine che ci viene in mente è quella di piccoli centri immersi nel verde, con poche abitazioni, dove le persone vivono di quello che la natura ha da offrire loro. Tuttavia, gli ecovillaggi sono molto di più.

Possono essere definiti come “comunità intenzionali ecosostenibili”: gruppi di persone che scelgono uno stile di vita più a misura d’uomo, lontano dai canoni della società cui siamo abituati, ma soprattutto nel rispetto dell’ambiente circostante. Il risultato è la costituzione di comunità resilienti, spesso molto diverse fra loro, che amministrano le risorse adottando politiche di autosostentamento, autoproduzione ed ecocompatibilità. Nonostante le differenze, condividono la stessa visione per cui il capitalismo e l’industrializzazione hanno provocato un allontanamento non solo tra gli esseri umani, ma specialmente dalla natura.

Occorre sottolineare, che non si parla solamente di utilizzo di fonti rinnovabili o dell’autoproduzione di cibo, perché all’interno dei villaggi ecologici vengono “coltivati” valori quali la solidarietà, la cooperazione e la responsabilità nei confronti dell’ambiente. Sono comunità che incarnano pienamente il concetto di sviluppo sostenibile di cui spesso sentiamo parlare, prevedendo iniziative di protezione ambientale che non trascurino lo sviluppo economico e l’equità sociale.

Sebbene il fenomeno abbia assunto popolarità negli ultimi 20 anni, affonda le sue radici ben più in là nel tempo. Le prime forme di villaggi sostenibili, seppur molto diverse da quelle che vediamo al giorno d’oggi, risalgono agli anni ’60 con le comunità rurali di hippie. Queste realtà sorgevano in maniera indipendente le une dalle altre, nei luoghi più disparati del pianeta. Ciò rendeva molto difficile la comunicazione e lo scambio di informazioni tra le comunità.

Il punto di svolta nella storia degli ecovillaggi è avvenuto nel 1995, quando il villaggio di Findhorn (Scozia) ha organizzato una conferenza che ha riunito una serie di realtà a livello mondiale per la prima volta. Questo evento ha portato alla creazione dell’associazione Global Ecovillage Network (GEN), oggi punto di riferimento per i villaggi sostenibili nel mondo.

GEN è registrata come ente di beneficenza internazionale in Scozia, dove si trova il suo ufficio internazionale. Conta anche 5 reti regionali (GEN Europe, GEN Africa, GENOA, GENNA e CASA) ed un “braccio giovanile” fondato nel 2006 (NextGEN), che riuniscono circa 10.000 comunità e progetti correlati. La rete include anche progetti di rinnovamento urbano, tra cui i famosi Los Angeles Ecovillage e Christiania a Copenhagen.

Nei suoi primi anni di vita, GEN ha svolto un ruolo chiave per attirare l’attenzione delle Nazioni Unite sul tema, ottenendo nel 2001 lo status consultivo presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC). Questo status è di particolare importanza poiché riconosce GEN come attore di utilità internazionale nel proprio ambito di competenza e rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS).

Nella pratica, conformemente all’Art. 71 della Carta delle Nazioni Unite e alla Risoluzione 1996/31, le ONG a cui viene conferito lo status consultivo possono:

  • partecipare alle riunioni dell’ECOSOC,
  • presentare dichiarazioni scritte e interventi orali sugli argomenti di interesse,
  • organizzare presso le varie sedi dell’ONU conferenze, nonché incontri e dialoghi formali.

Dalla COP 16 della Convenzione sui cambiamenti climatici (2010), GEN ha svolto un ruolo attivo anche nelle successive COP, agendo come portavoce a livello internazionale delle iniziative della comunità, evidenziando le soluzioni adottate dai villaggi ecologici per l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici.

Nell’arco di 30 anni, GEN ha ottenuto importanti successi ed ha contribuito a promuovere la visione di un mondo sempre più consapevole delle sfide che lo attendono, in cui i valori e gli stili di vita comunitari sono ampiamente adottati.

Inoltre, per mostrare il contributo degli ecovillaggi nel creare un mondo più sostenibile, GEN ha dato vita all’Ecovillage Impact Assesment, uno strumento che ha l’obiettivo di mappare, analizzare e mostrare il lavoro concretamente svolto. La valutazione dell’impatto fornisce risultati importanti ottenuti dalle singole comunità in relazione agli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e alla mappa GEN della rigenerazione (Regenerative Development Aims o RDA), creata per adattare questi ultimi alla dimensione degli ecovillaggi. Tutti gli indicatori si trovano nel loro sito ufficiale, in modo tale che chiunque sia interessato a saperne di più possa accedere facilmente alle informazioni.

Oggi, gli ecovillaggi sono realtà che acquistano sempre più interesse da parte delle persone e delle istituzioni, grazie alla loro abilità di fornire una risposta concreta alle sfide ambientali che il mondo si trova ad affrontare.

Sabrina Leto

Web: www.dirittoambientale.eu