Il settore dei trasporti è tra i principali responsabili dell’inquinamento atmosferico e delle emissioni di gas a effetto serra, contribuendo in modo significativo al cambiamento climatico e alla degradazione ambientale.
In Italia, secondo il Rapporto ISPRA n. 399/2024, nel 2024 il settore dei trasporti ha generato circa il 26% delle emissioni nazionali totali di gas serra, in linea con la media dell’Unione Europea, dove il comparto contribuisce per circa il 25% del totale delle emissioni climalteranti.
Di fronte a questa emergenza ambientale, negli ultimi anni si sono moltiplicati gli interventi normativi e strategici volti a promuovere una mobilità sostenibile, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale dei trasporti, favorire l’integrazione modale e sostenere uno sviluppo territoriale più equilibrato e inclusivo.
La mobilità sostenibile è strettamente legata a due obiettivi dell’Agenda 2030: Città e comunità sostenibili (obiettivo 11) e Lotta contro il cambiamento climatico (obiettivo 13).
L’Obiettivo 11 promuove la creazione di città più inclusive, sicure, resilienti e sostenibili. In questo contesto, la mobilità gioca un ruolo fondamentale in quanto i sistemi di trasporto pubblico efficienti, accessibili e a basse emissioni permettono di ridurre il traffico, migliorare la qualità dell’aria, aumentare l’inclusione sociale e garantire il diritto alla mobilità per tutti, in particolare per le fasce più vulnerabili della popolazione.
L’Obiettivo 13, invece, richiama l’urgenza di adottare misure concrete contro il cambiamento climatico e, come anticipato, il settore dei trasporti è tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra a livello globale.
A livello europeo, la mobilità sostenibile rappresenta un pilastro del Green Deal, che si pone l’obiettivo di ridurre del 90% le emissioni del settore trasporti entro il 2050, attraverso il potenziamento di modalità di trasporto più pulite ed efficienti, come la ferrovia e il trasporto collettivo.
In questo contesto si inserisce il Piano per una mobilità sostenibile e intelligente (COM(2020) 789 final), adottato nel 2020, che delinea una tabella di marcia per la transizione ecologica del sistema dei trasporti. Il piano promuove fortemente l’uso del trasporto ferroviario, indicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente come la modalità collettiva con il più basso impatto in termini di CO2 per passeggero/km. Tra gli obiettivi del Piano fissati per il 2030 vi è il raddoppio del traffico ferroviario ad alta velocità.
Anche in Italia il trasporto ferroviario è riconosciuto come asse strategico della mobilità sostenibile. In questo senso, il Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile (PSNMS), introdotto dalla Legge 145/2018, prevede investimenti per il rinnovo del materiale rotabile e il potenziamento delle linee regionali e suburbane, promuovendo mezzi a zero o basse emissioni. A questi obiettivi si affianca il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che dedica alla Missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” oltre 25 miliardi di euro, con un focus prioritario su ferrovie locali, regionali e interconnesse ai grandi assi nazionali.
In questo quadro, la ferrovia assume un ruolo cruciale non solo nei grandi collegamenti nazionali, ma anche sulle tratte secondarie, locali e turistiche, dove può contribuire in modo significativo a ridurre l’uso dell’auto privata e del trasporto aereo a corto raggio, e quindi mitigare l’inquinamento atmosferico e rivitalizzare territori marginalizzati o a rischio di spopolamento.
Infatti, già la Legge 9 agosto 2017, n. 128 ha riconosciuto ufficialmente l’importanza della valorizzazione delle ferrovie storiche e turistiche, anche attraverso il recupero di linee ferroviarie dismesse o sottoutilizzate, identificando linee di interesse storico e culturale capaci di valorizzare il patrimonio culturale ed ambientale.
Tra gli esempi virtuosi vi sono la Ferrovia Transiberiana d’Italia (tra Abruzzo e Molise), la Ferrovia della Val d’Orcia (Toscana) e la Ferrovia del Tanaro (Piemonte), che attraversano borghi storici, aree protette e paesaggi naturalistici.
Il loro recupero ha permesso la nascita di circuiti di turismo lento e sostenibile, con ricadute positive su occupazione, economia locale e coesione sociale.
La valorizzazione dei piccoli borghi attraverso il treno turistico rappresenta, dunque, non solo una strategia di rigenerazione territoriale e culturale, ma anche un esempio concreto di un modello di mobilità più giusto, resiliente ed ecologico, che coniuga sostenibilità ambientale, accessibilità e inclusione.
di Camilla Di Bari