Api e normative: un diritto che funziona?

Le api rappresentano un elemento essenziale per gli ecosistemi e per la biodiversità. Malgrado ciò, secondo gli scienziati, tra circa un secolo potrebbero scomparire. Dagli anni ’90, infatti, si è registrata una repentina diminuzione delle colonie, causata prevalentemente dall’intervento dell’uomo. Va detto anche che il crescente interesse che i policy maker hanno mostrato nel corso degli ultimi anni non ha portato ai risultati sperati.

L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) stima che le api contribuiscano alla sopravvivenza dell’80% delle specie vegetali globali. Attraverso l’impollinazione, esse forniscono un servizio ecosistemico stimato in 22 miliardi di euro all’anno in Europa e di 153 miliardi di euro all’anno in tutto il mondo. La biodiversità vegetale da loro garantita, infatti, influenza significativamente anche la nostra alimentazione. In termini di volumi di produzione agricola globale, circa un terzo del cibo umano (35%) proviene da colture che dipendono da animali impollinatori. Il 70% delle 124 colture principali coltivate per il consumo umano globale, sia per la produzione di semi che per la qualità e le rese dei prodotti, ha infatti bisogno di insetti.

A livello internazionale, durante la COP 13 della Convenzione sulla Biodiversità, tenutasi a Cancún, in Messico, nel 2016, è stata presentata la International Pollinator Initiative, un piano d’azione per l’orizzonte temporale 2018-2030 sugli insetti impollinatori e i loro habitat.

L’iniziativa si proponeva di:

  • adottare regolamentazioni efficaci sui pesticidi, per ridurli ed eliminarli;
  • controllare il commercio e il movimento degli impollinatori;
  • diffondere l’educazione e la consapevolezza nei settori pubblici e privati del valore degli impollinatori e dei loro habitat;
  • proteggere le conoscenze indigene e i saperi tradizionali relativi agli impollinatori;
  • implementare pratiche di gestione che mantenessero sane le comunità di impollinatori tramite la conservazione, la gestione e il ripristino degli habitat (promuovendo l’apicoltura sostenibile e la salute delle api);
  • attuare azioni per prevenire il declino degli impollinatori tramite il monitoraggio, le valutazioni e le ricerche scientifiche.

Si ricordi che, a livello internazionale, il 20 Maggio di ogni anno si celebra il World Bee Day volto a riflettere sull’importanza degli impollinatori.


Per quanto riguarda il contesto europeo, il 1° marzo 2018 il Parlamento ha adottato la risoluzione (2017/2115, INI) sulle prospettive e le sfide per il settore dell’apicoltura dell’UE. Le principali criticità che emergono dal documento sono legate: ai programmi nazionali che hanno incontrato poca adesione per le difficoltà di attuazione e per gli scarsi incentivi finanziari; alla disomogeneità dei sistemi di registrazione degli apicoltori; all’insufficiente informazione, formazione e occupazione giovanile; agli effetti negativi sul mondo dell’apicoltura legati al cambiamento climatico; all’aumento dei costi di produzione causati dall’alta mortalità delle api che costringe gli apicoltori ad acquistare nuove colonie; alla dipendenza dalle importazioni di miele dai Paesi extraeuropei che spesso non rispettano le norme imposte agli apicoltori europei.

Le criticità delle politiche dell’UE in materia di apicoltura sono state invece individuate nella Relazione speciale sulle azioni dell’UE per proteggere gli impollinatori selvatici, pubblicata dalla Corte dei conti il 9 luglio 2020. In particolare, la Corte ha sottolineato la necessità di implementare la protezione degli impollinatori selvatici nel processo di valutazione dei rischi legati ai pesticidi (1) e ha proposto agli Stati membri l’obbligo di giustificare il rilascio delle autorizzazioni di emergenza e di fornire informazioni sulle attività realizzate e sui relativi risultati (2).

Di recente, inoltre, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha avviato una revisione delle Linee guida sulla valutazione del rischio dei prodotti fitosanitari e delle api, pubblicate nel 2013, ma mai approvate dai rappresentati degli Stati membri. Proprio per superare questa fase di stallo, la Commissione europea ha chiesto all’EFSA di rivedere e aggiornare le precedenti Linee guida sulla base delle nuove conoscenze nel frattempo emerse. La revisione è stata affidata ad un gruppo di lavoro composto, tra l’altro, da esperti esterni. Molto probabilmente, le nuove Linee guide verranno adottate nel corso del 2022.

Si ricordi che le Linee guida del 2013 permettevano di valutare i potenziali rischi per le api derivanti dall’uso di pesticidi e fissavano degli obiettivi di protezione specifici (Specific Protection Goal – SPG).

In particolare, gli SPG definivano il livello massimo accettabile di danno che poteva essere causato alle api, alla luce delle “caratteristiche da proteggere”:

  • sopravvivenza e sviluppo delle colonie;
  • salute delle larve;
  • comportamento delle api;
  • abbondanza di api;
  • abilità alla riproduzione.


A livello italiano risulta rilevante la legge 313 del 2004, che riconosce l’apicoltura come attività di interesse nazionale utile per la conservazione dell’ambiente naturale, dell’ecosistema e dell’agricoltura in generale. La stessa legge ha come finalità quella di garantire l’impollinazione naturale e la biodiversità delle specie apistiche, con particolare riferimento alla salvaguardia di quelle di razza italiana (Apis mellifera ligustica Spinola).

La legge, inoltre, incentiva l’impiego di api regine italiane (1), riconosce il nettare e il polline come beni di interesse pubblico (2) e obbliga chiunque detenga apiari e alveari di farne denuncia così da poterne monitorare la diffusione della specie sul territorio (3). La legge prevede, infine, che le regioni, per salvaguardare l’azione pronuba delle api, individuino le limitazioni e i divieti cui sottoporre i trattamenti antiparassitari durante il periodo di fioritura, stabilendo le relative sanzioni.


A livello privato, infine, merita di essere citata l’iniziativa che nel 2017 ha portato alla creazione della 3Bee, un’impresa nata con l’obiettivo di costruire una rete di consumatori, apicoltori e “addetti ai lavori”, che agiscano per la tutela delle api e la sostenibilità dell’apicoltura. 3Bee ha infatti realizzato un sistema di monitoraggio da remoto per alveari che permette di collegare l’apicoltore e il produttore di miele con i consumatori finali.

Alessandro Criscuolo, Melania D’Aloisio, Angelica De Antoniis, Laura De Felici, Andrea De Masi, Irene De Paolis