Navigazione sostenibile

Il tema della mobilità sostenibile rappresenta uno degli argomenti più dibattuti nell’ambito delle politiche ambientali, sia a livello locale che a livello internazionale, e ha come obiettivo quello di ridurre l’impatto ambientale derivante dalla circolazione delle persone e delle merci.

In tale ambito, la navigazione rappresenta una delle principali modalità di trasporto e, per questo, risulta essere oggetto di particolare attenzione all’interno delle normative sia nazionali che internazionali.

A livello internazionale, l’International Maritime Organization (IMO) ha recentemente pubblicato il  “Quarto report sulle emissioni di Greenhouse Gas” dello shipping mondiale nel 2020. Lo studio ha rilevato come la quota delle emissioni antropogeniche globali sia aumentata tra il 2012 e il 2018 passando dal 2,76% al 2,89%, ed ha evidenziato come si prospetti un aumento di circa il 90% entro il 2050. Inoltre, il Report ha evidenziato le misure per ridurre le emissioni di gas a effetto serra del trasporto marittimo, tra cui un progetto d’efficienza energetica obbligatorio per tutte le navi.

A questo riguardo, particolare attenzione merita la Convezione di Barcellona sulla protezione dell’ambiente marino e della regione costiera del Mar Mediterraneo (1976). La Convezione, che conta oggi 22 Stati parti oltre all’Unione Europea, pone l’obiettivo di prevenire, limitare e ridurre l’inquinamento delle acque, oltre che migliorare l’ambiente e salvaguardare l’habitat.

A livello europeo, invece, l’Agenzia Europea per la sicurezza marittima, istituita con Regolamento n°1406/2022, rappresenta l’organismo tecnico di supporto dell’UE in tale settore. Ad essa spetta il compito di 1) migliorare la sicurezza marittima; 2) adottare regole di prevenzione dell’inquinamento causato dalle navi; 3) assistere la Commissione nel processo di aggiornamento, sviluppo e attuazione della legislazione comunitaria.

Sempre nel contesto Europeo meritano di essere menzionate:

  • la Direttiva 2005/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, sull’inquinamento provocato dalle navi, che prevede, in particolare, l’introduzione di sanzioni in caso di scarichi di idrocarburi o di altre sostanze inquinanti provenienti dalle navi che navigano in acque europee;
  • la Direttiva 2008/56/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino che definisce la gestione delle attività umane che hanno un impatto in tale settore, integrando i concetti di protezione ambientale e uso sostenibile;
  • la Direttiva (EU) 2019/883 relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi, che ha lo scopo di tutelare l’ambiente marino riducendo gli scarichi in mare delle navi assicurando, al tempo stesso, il flusso del traffico marittimo.

Per quanto riguarda l’Italia, essa è situata, da un punto di vista geografico, al centro di un mare “semi-chiuso” di grande interesse strategico e particolarmente vulnerabile sotto il profilo ambientale.

A livello giuridico, tra i principali atti normativi che si occupano di tutela del mare, si ricordano:

  • la Legge n.979 del 31.12.1982, meglio nota come la “legge sulla difesa del mare”, che stabilisce le caratteristiche dei mezzi navali da acquisire per il disimpegno del servizio di vigilanza, specificando che tali mezzi “dovranno essere progettati ed attrezzati anche (…) per operazioni antinquinamento”;
  • il DM 20.12.93 che ha previsto la realizzazione dei Pattugliatori d’Altura della classe “Cassiopea” che possono essere impegnati in interventi della difesa del mare e delle zone costiere dagli inquinamenti.
  • il Decreto legislativo n.202 del 6 novembre 2007 che ha dato attuazione alla Direttiva 2005/35/CE relativa all’inquinamento provocato dalle navi e conseguenti sanzioni.

Da un punto di vista istituzionale il Ministero dell’Ambiente è l’organo nazionale che provvede a svolgere tutte le funzioni in materia di tutela e difesa dell’ambiente marino. Nella sua attività si avvale, a livello centrale, della Direzione Generale per la Protezione della Natura e dell’Istituto Centrale di Ricerca Applicata al Mare.

A livello periferico, invece, si rilevano le Capitanerie di Porto e i Centri Operativi Periferici esistenti presso i Servizi di Supporto Navale (S.S.N) delle Direzioni marittime.