Agricoltura e gender gap: tra necessità e difficoltà per una riduzione del gap

Nel settore agricolo e nello sviluppo delle economie rurali le donne ricoprono un ruolo fondamentale, tanto che negli ultimi anni si è diffuso il termine di “agricoltural feminization”. Fenomeno che mette in evidenza l’aumento della percentuale di donne nel settore agricolo, così come le loro responsabilità, a seguito di un aumento demografico, una frammentazione dei terreni e un’intensificazione della produzione agricola.

Secondo i dati elaborati dalla FAO e dall’ILO, a livello globale le donne che sono occupate nel settore agricolo sono il 26,3% e, considerando i Paesi in via di sviluppo, tale percentuale aumenta fino al 40%.

Tuttavia, tale tendenza, in particolare quando in riferimento ai Paesi in via di sviluppo, presenta una serie di criticità, in primis, l’iniquità di genere a causa delle diverse barriere strutturali e culturali.

Basti pensare ancoranel XXI secolo, molto spesso le donne possono acquisire ed accedere ai terreni agricoli solo tramite matrimonio o  eredità; rimane comunque agli uomini la priorità nel controllo diretto degli asset agricoli.

Nei paesi a basso/medio reddito le donne impegnate in agricoltura possiedono piccoli appezzamenti di terreni, che utilizzano per coltivare colture ai fine della sussistenza o per il commercio locale. A differenza, gli uomini possiedono ampli appezzamenti di terreni che impiegano per attività prettamente commerciali. Accade anche che, nei casi in cui le attività femminili inizino a diventare redditizie, le donne vengano sostituite da uomini nella fase di commercializzazione.

Va sottolineato, infine, che le donne nel settore agricolo sono soggette ad episodi di violenza e questo purtroppo avviene sia nei Paesi ad alto che a basso reddito. Il motivo è legato alle difficoltà che si incontrano nel controllare tali attività.  

E’ evidente, quindi, come le donne debbano compiere sforzi maggiori per poter accedere e partecipare alla catena di produzione e che, difficilmente riusciranno ad accedere ai sussidi pubblici, contribuendo ad ampliare il gender gap nel settore agricolo.

Ad oggi, sempre più, l’attenzione alla gender equality nel settore agricolo risulta essere un elemento fondamentale, in particolar modo ai fini del perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030. Tra questi l’obiettivo numero 2 e i relativi target (2.3, 2.4 e 2.5) e l’obiettivo 5 legati, rispettivamente, alla lotta alla fame e alla parità di genere.

In termini generali, ai fini della riduzione del gender gap, appare indispensabile procedere verso una “rottura” delle barriere culturali, garantendo il coinvolgimento delle donne e delle popolazioni indigene nelle attività di decision-making relative alle politiche e pratiche agricole. Allo stesso modo, occorrerebbe rafforzare la leadership femminile nel settore agricolo garantendo un accesso equo ai finanziamenti e agli incentivi sia pubblici che privati.

A tal proposito, la FAO ha adottato una specifica Policy sul Gender Equality (2020-2030) in cui ha sottolineato come le persistenti disuguaglianze tra donne e uomini rappresentano ancora oggi un grave ostacolo allo sviluppo agricolo e rurale e che l’eliminazione di tali disparità è essenziale per realizzare dei sistemi alimentari sostenibili e inclusivi e, più in generale, società resilienti e pacifiche. La Policy è integrata da un Piano d’azione sulla parità di genere che identifica le priorità a medio termine e fissa gli obiettivi da raggiungere.

Serena Marangoni