La resilienza del settore finanziario europeo ai rischi climatici

Con l’obiettivo di promuovere la finanza sostenibile e raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e del Piano d’azione per la finanza sostenibile dell’UE, la Commissione europea ha annunciato che i regolatori finanziari dell’UE condurranno un’analisi completa della resilienza del settore finanziario ai rischi legati al clima.

Allo studio parteciperanno le Autorità Europee di Vigilanza (ESAs), la Banca Centrale Europea (ECB) e il Consiglio per la stabilità finanziaria sistemica europea (ESRB). Gli enti lavoreranno insieme per condurre una valutazione trasversale che non guardi solo alla resilienza dei singoli settori, ma che studi anche gli effetti di secondo impatto per esporre le vulnerabilità a livello di sistema.

A coinvolgere le principali autorità finanziarie europee è stato John Berrigan, il direttore generale della Commissione europea per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’unione dei mercati dei capitali. In una sua lettera trasmessa alle autorità l’8 marzo u.s., lo studio viene descritto come un esercizio unico che “va oltre i soliti stress test climatici”. Ai regolatori viene chiesto di lavorare insieme per valutare la resilienza del sistema finanziario nel suo complesso, modellando vari scenari, anche di natura interconnessa, che potrebbero rallentare la transizione verde. Dato lo scopo di questo esercizio, gli scenari formulati prenderanno in considerazione tutte le annualità fino al 2030, in modo tale da preparare le autorità a fronteggiare potenziali minacce e adeguare le strategie politiche ed economiche per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030.

Questa decisione arriva dopo il lancio, nel luglio 2021, della “Strategia per la Finanza della Transizione a un’economia sostenibile” della Commissione europea. Da allora, i regolatori e la BCE hanno condotto o pianificato stress test climatici per i rispettivi settori. Uno dei primi stress test è stato condotto dall’EIOPA (Autorità Europea delle Assicurazioni e delle Pensioni Aziendali o Professionali), ed è stato progettato per valutare la resilienza delle istituzioni europee per la previdenza professionale (IORP). Lo stress test prevedeva uno scenario di transizione improvvisa verso la neutralità climatica a causa di un’azione politica ritardata, simulando un incremento esponenziale dei prezzi dei combustibili fossili e dei costi energetici, influenzando l’economia generale e mettendo sotto pressione i mercati azionari. I risultati di questo scenario, improntato sul portafoglio di attività IORP, sono stati piuttosto allarmanti, con perdite di quasi il 13% delle attività, una percentuale corrispondente a 255 miliardi di euro. Da questi risultati deriva la volontà di Berrigan di ampliare l’analisi, incorporando fattori di rischio trasversali che rispecchino periodi ad alta tensione sociale, economica e geopolitica, come quello corrente.

La nuova analisi, infatti, fornirà informazioni sulla preparazione del settore finanziario ai rischi climatici, identificando le aree in cui è necessaria un’ulteriore azione per promuovere la finanza sostenibile e supportare la transizione verso un’economia verde. Oltre a rafforzare la loro accountability, permetterà alle istituzioni finanziarie di prendere in seria considerazione i rischi climatici quando approcciano alle decisioni di investimento.

L’analisi è anche volta a promuovere la transizione verso un’economia a basso tenore di carbonio, che è necessaria per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi, ossia quello di limitare l’aumento della temperatura globale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali. Il settore finanziario ha un ruolo cruciale da svolgere nel finanziamento della transizione verso un’economia verde e l’analisi aiuterà a identificare le possibili opportunità di investimento in progetti e tecnologie sostenibili.

Questo studio trasversale della resilienza del settore finanziario dell’UE ai rischi climatici rappresenta un importante passo verso il raggiungimento degli obiettivi internazionali e comunitari relativi a questa tematica. Gli addetti ai lavori potranno utilizzare i risultati dello studio non prima della consegna dei report finali prevista per la fine del 2024.

Appare dunque evidente che l’auspicio della Commissione europea sia quello di prevenire eventuali rischi e minacce che potrebbero affliggere il settore finanziario, al fine di contrastarne tempestivamente gli effetti negativi e consentire, al contempo, il raggiungimento degli obiettivi che l’UE si pone sulla tematica.   

Chiara Villanacci