La FAO alla COP 28, il potenziale dei sistemi agroalimentari per uno sviluppo sostenibile

La ventottesima Conferenza delle parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 28) si è tenuta dal 30 novembre al 12 dicembre 2023 a Dubai, negli Emirati Arabi.

In particolare, durante la COP28, grande attenzione è stata rivolta al Global Stocktake, uno dei pilastri dell’Accordo di Parigi nonché il principale risultato dei negoziati sul clima.

Tra gli obiettivi della COP28, oltre alla definizione del Global Stocktake, vi era anche quello di finalizzare lo strumento di finanziamento per le perdite e danni concordato nella precedente COP. Esso ha come scopo quello di sostenere le comunità più vulnerabili, tra cui gli agricoltori, agli impatti climatici e quello di adottare uno strumento finanziario per sostenere i Paesi in via di sviluppo nei loro sforzi di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico.

La Conferenza ha avuto l’obiettivo, tra l’altro, di discutere e individuare delle soluzioni in termini di lotta ai cambiamenti climatici e sicurezza alimentare. In questa occasione la FAO, consapevole dell’interconnessione tra crisi climatica e alimentare, ha sottolineato il ruolo cruciale dei sistemi agroalimentari nell’affrontare direttamente gli impatti del cambiamento climatico. In particolare, il Direttore generale dell’Organizzazione, QU Dongyu, ha evidenziato come investire nei sistemi agroalimentari e nelle aree rurali rappresenta una soluzione tangibile per contrastare gli effetti della crisi climatica.

Lo stesso Direttore, sottolineando le opportunità nei settori dei coltivi, dell’allevamento, delle foreste, della pesca e dell’acquacoltura, ha sostenuto come l’utilizzo di pratiche sostenibili può mitigare gli impatti degli eventi climatici estremi, come siccità e inondazioni, e promuovere, nel contempo, la resilienza nelle comunità agricole.

Il testo finale della decisione sul Global Stocktake menziona, inoltre, la salvaguardia della sicurezza alimentare, la fine della fame, la mitigazione delle vulnerabilità nella produzione alimentare legate ai cambiamenti climatici e la protezione dei sistemi idrici. Il Documento incoraggia, anche, l’attuazione di soluzioni integrate e multisettoriali, come la gestione del territorio, l’agricoltura sostenibile, i sistemi alimentari resilienti e gli approcci basati sugli ecosistemi.

Occorre ricordare che la FAO, proprio in occasione della COP28, ha adottato il Rapporto Loss and Damage in Agrifood Systems. Addressing Gaps and Challenges in cui è stato evidenziato il rischio sempre maggiore per i sistemi agroalimentari in termini di perdite e danni. Il Rapporto, analizzando i Contributi Nazionali (c.d. NDC), ha mostrato come l’agricoltura sia oggi tra i settori più colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici. Da qui, la necessità 1) di avviare azioni immediate per arginare le perdite e mitigare gli effetti e 2) di aumentare le risorse economiche a disposizione degli stati più vulnerabili per affrontare i rischi e/o i danni subiti.

A tal fine, il Rapporto ha mostrato come i contributi ai sistemi agroalimentari negli anni più recenti siano diminuiti a 19 miliardi di dollari nel 2021 (12% in meno dell’anno precedente).

In questo contesto si inserisce il FAST partnership (2022): il Partenariato multi-stakeholder avviato dalla FAO per accelerare la trasformazione dell’agricoltura e dei sistemi alimentari entro il 2030. Esso nasce dalla consapevolezza che tale trasformazione richiederà necessariamente un aumento degli investimenti a livello locale, nazionale e globale oltre quelli già stanziati nel Quadro Strategico 2022-2031, nella Strategia sui cambiamenti climatici e nella Strategia per la scienza e l’innovazione.

Sempre in occasione della COP28, la FAO ha pubblicato il Rapporto Pathways towards lower emissions. A global assessment of the greenhouse gas emissions and mitigation options from livestock agrifood systems in cui si sottolinea l’urgente necessità di ridurre le emissioni di gas serra dai sistemi zootecnici globali a causa della crescente domanda di prodotti animali terrestri e della crescita della popolazione mondiale. I risultati mostrano come i sistemi zootecnici rappresentavano circa il 12% di tutte le emissioni di gas serra antropogeniche nel 2015 e che, senza interventi, potrebbero raggiungere quasi le 9,1 gigatonnellate di CO2 equivalente entro il 2050.

Per tali ragioni, il Rapporto suggerisce opzioni di mitigazione che affrontano sia gli aspetti legati all’offerta che alla domanda dei settori zootecnici. Tra le proposte, il miglioramento della salute degli animali, l’adozione di pratiche di allevamento migliori, la riduzione delle perdite alimentari e degli sprechi e la diminuzione delle emissioni di gas serra.

In questo senso, la COP28 ha sottolineato come le tecnologie possano contribuire a produrre più cibo con minori impatti ambientali.

In conclusione, con il settore agroalimentare responsabile di un terzo delle emissioni di gas serra, queste soluzioni proposte dalla FAO alla COP28 offrono un contributo significativo all’azione per il clima, promuovendo la resilienza, l’adattamento e garantendo la sicurezza alimentare globale.

Carolina Capoccia