La Direttiva 2018/2001, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, definisce le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) come un soggetto giuridico che, conformemente al diritto nazionale, si basa sulla partecipazione, aperta e volontaria, tra l’altro, di cittadini, PMI enti territoriali e autorità locali, enti del terzo settore, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti associatisi alla comunità. L’obiettivo è quello di fornire benefici ambientali, economici e/o sociali ai suoi azionisti.
Le CER Diventano, quindi, un importante strumento nel processo della transizione energetica e, oltre ad aumentare il quantitativo di energie derivanti da fonti rinnovabili all’interno del mix energetico, incarnano anche un modello di sviluppo sostenibile e partecipativo.
Sempre a livello normativo, è opportuno ricordare la Direttiva 2019/944 sulle norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica che ha ampliato le categorie di soggetti che potevano aderire alle comunità energetiche.
Queste iniziative, nate con l’obiettivo di promuovere l’autoconsumo diffuso e la produzione di energia da fonti rinnovabili a livello locale, stanno guadagnando sempre più interesse e supporto da parte degli stati, delle istituzioni e delle comunità.
Tuttavia, affinché questi modelli possano raggiungere il loro pieno potenziale, è strettamente necessario un sostegno adeguato da parte delle istituzioni pubbliche, in primis, attraverso la rimozione degli ostacoli normativi e burocratici.
A livello italiano, la mancanza di una disciplina giuridica che ne regolamentasse l’istituzione e il funzionamento ha rappresentato un ostacolo alla loro diffusione sul territorio. Fino alla fine del 2023, infatti, la disciplina sulle CER era per lo più legata al recepimento delle due direttive precedentemente citate con, rispettivamente, i Decreti legislativi 162/19 e 210/2021.
In questo contesto, il 4 gennaio 2023 l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha adottato il Testo integrato sull’autoconsumo diffuso (TIAD) al fine di disciplinare le modalità e la regolazione economica relative all’energia elettrica oggetto di autoconsumo diffuso (art. 2).
Il quadro normativo nazionale si è completato con l’adozione, da parte del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, del Decreto n. 414 (7 dicembre 2023). Il Decreto, in vigore dal 24 gennaio 2024, ha come obiettivo quello di promuovere la costituzione e lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili in Italia.
Secondo il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, le Comunità energetiche rinnovabili potranno essere una realtà diffusa nel Paese, sviluppando le fonti rinnovabili e rendendo finalmente il territorio protagonista del futuro energetico nazionale. Lo stesso Ministro ha affermato, inoltre, che “grazie alle CER ciascun cittadino potrà contribuire alla produzione di energia rinnovabile, e beneficiare dei benefici economici derivanti dall’autoconsumo, pur non disponendo direttamente degli spazi necessari alla realizzazione degli impianti FER”.
Cosa determina il Decreto?
Il Decreto definisce le modalità per la concessione degli incentivi volti a promuovere l’energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Gli incentivi si applicano a impianti a fonti rinnovabili, inclusi anche i potenziamenti, nel caso in cui la potenza nominale massima del singolo impianto, o dell’intervento di potenziamento, risulti non superiore a 1 MW.
Ai fini dell’accesso agli incentivi, occorre che le CER siano già regolarmente costituite alla data di entrata in esercizio degli impianti che accedono al beneficio, e prevedono, nel caso di imprese, che la loro partecipazione in qualità di soci o membri sia consentita esclusivamente alle PMI.
L’obiettivo di favorire lo sviluppo delle CER è stato perseguito dal Decreto attraverso la previsione di:
- un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili. Misura finanziata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con 2,2 miliardi, destinato alle Comunità energetiche con impianti a fonti rinnovabili, anche abbinati a sistemi di accumulo di energia, realizzati nei Comuni con un numero di abitanti inferiore a5.000, per uno sviluppo complessivo di due gigawatt. Si mira a realizzare così una potenza complessiva di almeno 2 GW.;
- una tariffa incentivante, sottoforma di tariffa premio sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa su tutto il territorio nazionale.
Per i potenziamenti di impianti esistenti gli incentivi si applicano limitatamente alla nuova sezione di impianto ascrivibile al potenziamento
Sarà compito poi del Soggetto gestore dei servizi energetici (GSE), organismo incaricato delle attività di supporto a garantire la corretta attuazione dell’investimento, di provvedere ad erogare le tariffe incentivanti.
Infine, il Decreto specifica i termini di scadenza della domanda di accesso alle tariffe incentivanti, che deve essere presentata entro i centoventi giorni successivi alla data di entrata in esercizio degli impianti. La mancata comunicazione entro il termine definito comporta la perdita al diritto di ottenere la tariffa prevista. Il GSE, entro l’ultimo giorno del terzo mese successivo alla comunicazione iniziale, verifica la completezza della documentazione e, se i requisiti di accesso sono soddisfatti, concede la tariffa incentivante.
In conclusione, le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano una grande opportunità per promuovere la transizione energetica, ponendo al centro il benessere delle persone e del pianeta.
Come detto in precedenza, i benefici che determinano le CER non sono solto di carattere economico, ambientale o sociale, ma riguardano anche l’ambito culturale con il coinvolgimento e la partecipazione della popolazione e delle realtà territoriali.
Sostenere questi progetti e queste iniziative equivale a credere in uno sviluppo sostenibile delle nostre comunità sia per le generazioni presenti che per quelle future.
Valerio Castellani