L’acqua, fonte essenziale di vita, rappresenta una risorsa di inestimabile valore. L’essere umano, così come ogni altra specie vivente, necessita della presenza di acqua per vivere e prosperare all’interno del proprio ecosistema. Per rendersi conto di quanto fondamentale sia essa per il nostro pianeta, è sufficiente osservare una qualsiasi immagine della Terra vista dallo spazio: l’elemento azzurro domina incontrastato la superficie terrestre, arrivando a coprire circa il 70% della stessa.
Tuttavia, la quantità d’acqua effettivamente a disposizione per l’uso e consumo umano risulta essere molto limitata, in quanto solo il 3% del totale è costituito da acqua dolce, di cui meno dell’1% risulta realmente accessibile. Inoltre, le attività umane che richiedono l’impiego di acqua sono svariate: alimentazione, igiene personale, industrie e agricoltura sono solo alcune di queste.
Come se ciò non bastasse, i diversi studi adottati, tra cui quelli della (FAO), mostrano come la disponibilità di risorse idriche si stia riducendo rapidamente, poiché fenomeni come i cambiamenti climatici, l’aumento delle temperature, l’inquinamento e l’aumento del consumo domestico ne stanno gravemente minacciando la disponibilità futura. Ad oggi si stima che più di un terzo della popolazione globale viva in condizioni di emergenza idrica e, continuando su questo trend, la scarsità d’acqua potrebbe arrivare a colpire il 51% degli abitanti del mondo entro il 2050.
L’acquisita consapevolezza e l’attenzione su tali problematiche da parte della Comunità internazionale, ed in particolare delle Nazioni unite, ha portato all’adozione di misure e accordi internazionali aventi l’obiettivo di promuovere una gestione efficiente delle risorse idriche.
La prima importante iniziativa a livello globale su tale tematica ha avuto luogo durante la Conferenza dell’ONU a Mar del Plata del 1977, nella cui risoluzione finale fu riconosciuto il principio in base al quale “tutti hanno diritto di accedere all’acqua potabile in quantità e qualità corrispondenti ai propri bisogni fondamentali “. Ciò nonostante, si dovrà attendere la risoluzione dell’Assemblea generale n. 64/292 del 2010 per attribuire valore giuridico all’accesso universale all’acqua potabile, occasione in cui qualità, quantità e condizioni di accesso eque diventeranno ufficialmente oggetto del diritto, nonché base solida su cui poggeranno le successive iniziative e risoluzioni delle Nazioni Unite su tale materia.
Più tardi, la Conferenza Internazionale sull’acqua e l’ambiente (IGWE) tenutasi a Dublino nel gennaio 1992, ha posto l’accento sui principali problemi relativi alle acque dolci, successivamente ripresi dalla Conferenza di Rio de Janeiro su ambiente e sviluppo (UNCED, giugno 1992).
Per quanto riguarda l’aspetto istituzionale, nel 2003 è stato istituito l’UN Water, il meccanismo di coordinamento inter-agenzia delle Nazioni Unite per tutte le questioni relative all’acqua dolce, compresi i servizi igienico-sanitari. L’Istituto si occupa di diversi ambiti di natura trasversale al tema “acqua”: in particolare, esso intraprende programmi di monitoraggio sull’utilizzo efficiente delle risorse idriche, riportando i relativi risultati ai soggetti decisori, alle realtà imprenditoriali e alla collettività in generale, promuovendo un’azione coordinata e coesa a livello internazionale.
L’UN Water, in collaborazione con l’UNESCO World Water Assessment Programme, pubblica annualmente l’UN World Water Development Report (WWDR), una relazione che fornisce agli stati le conoscenze, gli strumenti e le competenze necessarie per formulare e attuare politiche idriche sostenibili, incentrata su un tema diverso ogni anno. Il Report del 2021 dal titolo “Valuing Water” illustra, tra le altre cose, gli attuali approcci e metodologie per la valutazione della qualità dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari secondo prospettive diverse, oltre a fornire esempi concreti di gestione delle risorse idriche a livello regionale.
Si ricordi che il WWDR viene pubblicato in occasione della Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), celebrata ogni anno il 22 marzo.
L’idea di istituire una giornata specifica dedicata al tema dell’acqua risale alla Conferenza di Rio de Janeiro su Ambiente e Sviluppo del 1992: la possibilità di proclamare una tale ricorrenza era infatti contemplata all’interno dell’Agenda 21. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha recepito le indicazioni dell’Agenda 21 e il 22 dicembre 1992 ha adottato la risoluzione n. A/RES/47/193 con la quale ha istituito il World Water Day.
Lo scopo di questa giornata è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di una gestione efficiente dell’acqua attraverso la pubblicazione e la diffusione di documentari e/o l’organizzazione di conferenze relative alla conservazione e allo sviluppo delle risorse idriche, proponendo comportamenti volti a minimizzare gli sprechi e al contrasto del cambiamento climatico.
Una delle più importanti iniziative elaborate dalle Nazioni Unite è l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un programma d’azione sottoscritto nel settembre 2015 dai rappresentanti di 193 Paesi dell’ONU. Questo documento è composto da 17 obiettivi – Sustainable Development Goals, SDGs – che gli stati firmatari si sono impegnati a raggiungere entro il 2030. Tra questi, l’obiettivo 6 punta a “garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari per tutti”, attraverso il raggiungimento di sei specifici traguardi in materia di:
- accesso equo e sicuro all’acqua potabile;
- accesso ad impianti sanitari e igienici adeguati ed equi;
- miglioramento della qualità dell’acqua, preservandola da elementi inquinanti e favorendo il recupero delle acque reflue;
- efficienza nell’utilizzo dell’acqua in ogni settore e garantire approvvigionamenti e forniture sostenibili di acqua potabile per affrontare la carenza idrica;
- implementazione di una gestione integrata delle risorse idriche anche tramite la cooperazione transfrontaliera;
- protezione e risanamento degli ecosistemi legati all’acqua, quali montagne, paludi, fiumi, falde acquifere e laghi;
- aumento della cooperazione internazionale per creare attività e impianti legati all’acqua nei paesi in via di sviluppo, quali desalinizzazione, trattamento delle acque reflue e raccolta dell’acqua, coinvolgendo le comunità locali.
A livello europeo, la protezione e la gestione delle risorse idriche sono disciplinate dalla Direttiva 2000/60/CE, conosciuta come “Direttiva quadro europea sulle acque”, che definisce un ambito giuridico a tutela delle acque pulite e a favore del ripristino della qualità delle stesse nell’UE, allo scopo di garantirne un utilizzo sostenibile e duraturo. L’UE vigila sull’osservanza delle linee guida da parte degli stati membri e, se inadempienti, adotta delle raccomandazioni con le quali li invita a darvi opportuna esecuzione. La Direttiva 2000/60/CE è integrata da:
- Direttiva sulle acque sotterranee
- Direttiva sull’acqua potabile;
- Direttiva sulle acque di balneazione;
- Direttiva sui nitrati;
- Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane;
- Direttiva sugli standard di qualità ambientale;
- Direttiva sulle alluvioni;
- Relativi accordi internazionali.
Marianna Casprini