Per finanza sostenibile si intende il processo attraverso il quale aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG) vengono posti al centro delle decisioni aziendali e di investimento con l’intento di ottenere un alto rendimento finanziario, senza arrecare impatti negativi sulla società e sull’ambiente. Per ottenere questi risultati, gli investimenti ESG sono spesso caratterizzati da un arco temporale di lungo termine su attività e progetti economici sostenibili.
Gli investitori interessati in titoli ESG svolgono considerazioni accurate su come gli investimenti impattano la sfera ambientale, sociale e di governance della società. Per esempio, alcuni aspetti legati al primo fattore potrebbero includere la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la conservazione della biodiversità, la prevenzione dell’inquinamento ed infine l’economia circolare. Il secondo aspetto da prendere in considerazione è come un determinato investimento impatti la sfera sociale, portando l’investitore a tener conto di una vasta sfera di tematiche quali la disuguaglianza, le relazioni di lavoro, la gender pay gap, gli investimenti nel capitale umano e questioni legate ai diritti umani. L’ultimo punto cardine di questa analisi è la governance delle istituzioni pubbliche e private, e quanto essa sia sostenibile sotto il profilo della corporate social responsibility (CRS).
Benché fosse già nota a livello internazionale, questa pratica ha acquisito particolare importanza a seguito della crescente sensibilizzazione alle tematiche di sostenibilità ambientale ed uguaglianza. In particolare, svolge un ruolo chiave nel contesto politico dell’Unione Europea. La finanza sostenibile per l’UE, infatti, è intesa come il finanziamento per sostenere la crescita economica, diminuendo le pressioni sull’ambiente e valorizzando l’importanza degli aspetti sociali e di governance. Inoltre, la finanza sostenibile è uno dei mezzi attraverso il quale l’UE intende raggiungere gli obiettivi politici all’interno del Green Deal, nonché degli impegni internazionali legati ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità ambientale. Al fine di facilitare questa transizione, l’Unione Europea nel giugno del 2020, con il Regolamento 2020/852 ha introdotto la EU Taxonomy, un sistema di classificazione che presenta un elenco di attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale. La Tassonomia svolge un ruolo importante nell’aiutare l’UE ad incrementare gli investimenti sostenibili, fornendo alle imprese, agli investitori e ai responsabili politici un quadro chiaro di quali attività possono essere considerate sostenibili. La Tassonomia presenta inoltre delle linee guida che proteggono gli investitori privati dal c.d greenwashing, e aiutano le aziende a spostare gli investimenti dove sono più necessari. Sono sei gli obiettivi ambientali presentati all’interno del Regolamento:
- Mitigazione del cambiamento climatico;
- Adattamento ai cambiamenti climatici;
- L’uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine;
- La transizione verso un’economia circolare;
- Prevenzione e controllo dell’inquinamento;
- La tutela e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
L’Unione Europea intende raggiungere ogni obiettivo attraverso l’adozione di misure specifiche per contrastare le problematiche relative ad ogni area tematica. Un primo atto delegato (delegated act) sulle attività sostenibili per gli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale il 9 dicembre 2021 ed un secondo atto delegato per i restanti obiettivi è previsto nel corso del 2022.
L’impegno dell’Unione Europea nel raggiungimento di questi obiettivi, si nota anche attraverso le scelte di politica comunitaria. Quest’ultima, infatti, essendo fortemente proiettata verso il raggiungimento di un’economia climaticamente neutra, resiliente ed efficiente, indirizza cospicue risorse finanziarie verso questa transizione. L’esempio più recente di questa pratica è il piano NextGenerationEU, adottato per contrastare gli impatti negativi della pandemia di COVID-19 e guidare i Paesi europei verso delle economie e società più sostenibili. Finora, l’investimento previsto per finanziare il piano è pari a 806,9 miliardi di euro, ripartiti tra prestiti (723,8 miliardi di euro), sovvenzioni (338,0 miliardi di euro) e tra progetti e fondi come, ad esempio, REACT-EU, Orizzonte Europa, Fondo Invest EU, Sviluppo Rurale, Fondo per una Transizione Giusta (JTF) e RescEU.
Questi investimenti evidenziano l’importanza che la finanza sostenibile svolge nel raggiungimento di obiettivi legati alla salvaguardia ambientale e alla cosiddetta “transizione verde”. Tuttavia, è evidente che per il raggiungimento degli stessi obiettivi sia necessaria una collaborazione attiva ed efficace degli Stati membri.
Chiara Villanacci