Il costo ambientale della guerra tra Russia e Ucraina

Negli ultimi decenni, la guerra ha assunto nuove forme di devastazione che vanno ben oltre i campi di battaglia. I conflitti moderni non distruggono solo vite umane e infrastrutture: minacciano anche la salute degli ecosistemi e accelerano il cambiamento climatico globale. Il conflitto tra Russia e Ucraina, esploso nel 2022, rappresenta una delle più drammatiche esemplificazioni di questa nuova dimensione della guerra. In questo senso, infatti, il conflitto non ha solo devastato territori e vite umane, ma ha anche lasciato una profonda cicatrice sull’ambiente. Mentre l’attenzione mondiale si concentra legittimamente sugli aspetti umanitari e geopolitici, le conseguenze ambientali del conflitto rischiano di passare in secondo piano, pur avendo effetti duraturi che coinvolgeranno anche le generazioni future.

Secondo un recente studio pubblicato su Euronews nei primi tre anni di guerra il conflitto ha generato emissioni pari a circa 230 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti (https://it.euronews.com/green/2025/02/24/tre-anni-di-guerra-e-danni-ambientali-in-ucraina-le-emissioni-salgono-a-un-nuovo-livello-m). Una cifra impressionante, che supera le emissioni annuali combinate di paesi come Austria, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Le fonti di tali emissioni sono molteplici: dall’impiego massiccio di mezzi militari, ai bombardamenti su infrastrutture civili e industriali, dagli incendi di foreste ai danni provocati alle centrali energetiche.

Il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), nel report pubblicato nel 2024, Environmental Impact of the Conflict in Ukraine: A Preliminary Review”(https://www.unep.org/resources/report/environmental-impact-conflict-ukraine-preliminary-review), ha sottolineato come la guerra abbia causato contaminazioni di suolo, acqua e aria su larga scala. In particolare, la distruzione di impianti industriali e il rilascio di sostanze tossiche stanno minacciando gravemente la biodiversità e la sicurezza alimentare della regione. Secondo il comunicato ufficiale UNEP “Environmental cost of the conflict in Ukraine” (https://www.unep.org/news-and-stories/story/environmental-cost-conflict-ukraine), il danno ambientale complessivo si aggira intorno ai 51 miliardi di dollari, con oltre 3 milioni di ettari di foreste danneggiate e circa il 20% delle aree naturali protette ucraine colpite direttamente dalle operazioni belliche.

Anche Greenpeace (https://www.greenpeace.org/italy/storia/17023/la-mappa-dei-danni-ambientali-causati-dalla-guerra-in-ucraina/) ha contribuito a tracciare una mappa dei danni ambientali, evidenziando come la guerra abbia messo a rischio numerose riserve naturali e habitat unici. I continui combattimenti, oltre a distruggere aree di rilevante interesse ecologico, hanno portato a un aumento vertiginoso delle emissioni di gas serra dovute agli incendi boschivi incontrollati e al collasso delle infrastrutture energetiche.

Un capitolo a parte riguarda il disastro ambientale causato dalla distruzione della diga di Kakhovka nel giugno 2023. Come riportato dalla BBC (https://www.bbc.com/news/world-europe-65806158), l’evento ha provocato vaste inondazioni, la dispersione di sedimenti industriali contaminati e la compromissione degli ecosistemi fluviali del Dnepr, con conseguenze drammatiche per la biodiversità e l’approvvigionamento idrico.

Alla COP29, svoltasi a Baku nel novembre 2024, la Ministra dell’Ambiente ucraina, Svitlana Grynchuk, ha lanciato un appello accorato alla Comunità internazionale. Nel suo intervento, ha ribadito la necessità di includere la protezione ambientale come elemento centrale nella fase di ricostruzione post-bellica, promuovendo un modello di “ripresa verde” sostenuto da investimenti internazionali e finanziamenti climatici. Ha inoltre evidenziato l’importanza di riconoscere formalmente l’ecocidio come crimine internazionale, sottolineando che i danni ambientali provocati dal conflitto non possono essere considerati semplici “danni collaterali”.

In questo contesto, emerge con forza l’urgenza di considerare l’ambiente come una vittima silenziosa della guerra, ma anche come una leva fondamentale per la ricostruzione e la pace duratura. Il Principio 24 della Dichiarazione di Rio del 1992, che invita gli Stati a rispettare il diritto internazionale relativo alla protezione dell’ambiente anche in tempo di conflitto armato, appare oggi più che mai attuale.

La tragedia ambientale in Ucraina ci ricorda, infine, che ogni conflitto moderno è anche una guerra contro il pianeta. La necessità di integrare la tutela dell’ambiente nei processi di pace e ricostruzione è imprescindibile: perché senza un pianeta sano, non può esserci né vera pace né prosperità duratura.

Alessandra Dominijanni

Sitografia

Euronews. (2025, 24 febbraio). Tre anni di guerra e danni ambientali in Ucraina: le emissioni salgono a un nuovo livello mondiale. Euronews. https://it.euronews.com/green/2025/02/24/tre-anni-di-guerra-e-danni-ambientali-in-ucraina-le-emissioni-salgono-a-un-nuovo-livello-m

United Nations Environment Programme. (2024). Environmental Impact of the Conflict in Ukraine: A Preliminary Review. UNEP. https://www.unep.org/resources/report/environmental-impact-conflict-ukraine-preliminary-review 

Greenpeace Italia. (2024). La mappa dei danni ambientali causati dalla guerra in Ucraina. Greenpeace. https://www.greenpeace.org/italy/storia/17023/la-mappa-dei-danni-ambientali-causati-dalla-guerra-in-ucraina/

BBC News. (2023, 8 giugno). Ukraine dam collapse: environmental disaster explained. BBC. https://www.bbc.com/news/world-europe-65806158 

United Nations Framework Convention on Climate Change. (2024). High-level segment: Statement by Svitlana Grynchuk, Minister of Environmental Protection and Natural Resources of Ukraine. UNFCCC. https://unfccc.int/documents/644714