Plastica

Negli ultimi anni, tra le problematiche ambientali di maggior rilevanza, quella della plastica risulta essere tra quelle più pressanti. Si stima che nel 2050, se non cambieremo le nostre abitudini, nel mare ci sarà più plastica che pesci.

Ma che cosa è la plastica? E perché ha assunto una tale importanza in questo ambito?

La plastica nasce dall’unione di più elementi ed in particolare dal petrolio e i suoi polimeri (etilene, propilene, butadiene e stirene) che vengono lavorati assieme a carbone, gas e sale per la realizzazione di oltre 50 tipologie diverse di materiali plastici. Fra i più conosciuti abbiamo il PET (per la conservazione di alimenti e bottiglie di acqua), PE (per i sacchetti della spesa) e PVC (utilizzato principalmente nell’edilizia e nell’industria).

I problemi sorgono principalmente a causa dei lentissimi tempi di smaltimento di questo materiale. Devono infatti passare oltre 500 anni prima che una bottiglietta di plastica si degradi completamente.

Ad aggravare la situazione, vi è l’errato smaltimento di tali rifiuti e la conseguente dispersione di questi nei nostri mari. Si stima che ogni anno finiscano negli oceani oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica. Con il moto ondoso e l’azione dei raggi solari, gli oggetti si trasformano in microplastiche, particelle particolarmente pericolose per la salute, che dalle spiagge passano agli organismi marini, fino a finire nei nostri piatti.

Spesso i costi del riciclo della plastica risultano essere eccessivi, motivo per cui buona parte di tali rifiuti viene rilasciata nell’ambiente o bruciata (dando luogo a fumi estremamente tossici). Inoltre, anche un corretto riciclo della plastica non è, spesso, la soluzione a tale problematica, in quanto gran parte dell’output che si viene a creare è un materiale grossolano che non può subire lo stesso trattamento e che quindi ferma il processo di rinnovo. A differenza, infatti, di altri materiali come l’alluminio o il vetro, la plastica può essere riciclata solo 2 o 3 volte.

A livello internazionale non vi è una regolamentazione univoca sui rifiuti di plastica, gli unici tentativi provengono dall’attività dell’UNEP che nel 2018, annunciò la collaborazione con la Ellen MacAtrthur Foudation per far fronte alla problematica della plastica monouso. In quell’occasione venne istituito il New Plastic Economy Global Commitment che unisce oltre 500 organizzazioni, le quali rappresentano quasi il 20% di tutti gli imballaggi in plastica prodotti a livello globale, nonché governi, ONG, università, associazioni di settore, investitori etc. con la comune visione di affrontare il problema dei rifiuti di plastica e dell’inquinamento alla fonte.

Diversa è invece la situazione a livello europeo, dove, già dal 2018, seguendo il Piano d’azione dell’economia circolare del 2015, è stata adottata la “Strategia Europea per la plastica nell’economia circolare  in cui si affermava la necessità di affrontare con urgenza la questione relativa alla produzione, all’uso e al consumo della plastica.

In questo quadro si è poi inserita la Direttiva 2019/904/UE“ sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente” (21 maggio 2029), che dovrà essere recepita dai Paesi membri entro il 3 Luglio 2021. Nella Direttiva si stabilisce:

  • il divieto di consumo di alcuni prodotti monouso, come bastoncini cotonati, posate, cannucce ecc. mentre per altri prodotti come tazze per bevande, contenitori per alimenti viene imposta la riduzione del consumo¸
  • l’obbligo di indicare, su ciascun prodotto di plastica monouso, a caratteri grandi e ben leggibili, le corrette modalità di gestione del rifiuto;
  • obblighi più restrittivi riguardo la raccolta e il riciclo dei rifiuti (ad esempio. dal 2025 le bottiglie in PET dovranno contenere almeno il 25% di materiale riciclato).

In Italia il tema è stato introdotto per la prima volta con la Legge 3 agosto 2017, n. 123 in cui si vieta la commercializzazione delle borse di plastica in materiale leggero e si favorisce la commercializzazione di quelle biodegradabili e compostabili.

In attuazione della Strategia europea per la plastica nell’economia circolare, l’Italia promuove l’uso di prodotti ecocompatibili e tratta la prevenzione dell’uso dei prodotti di plastica monouso (art. 1 comma 802 della Legge 30 dicembre 2018 n.145)

Il recepimento della Direttiva del 2019/904, con Legge 22 aprile 2021, n. 53 (art. 22), ha portato l’Italia ad introdurre la Plastic tax o imposta sul consumo dei manufatti con singolo impegno (MACSI) (Legge di bilancio 2020).

Le finalità principali di questa tassa sono, da un lato incentivare le aziende produttrici di manufatti in materiale plastico a convertire la produzione in plastica biodegradabile e compostabile e dall’altro a favorire nuove entrare erariali (art.1, comma 634-658 della Legge di Bilancio 2020). 

L’imposta sulla plastica colpisce i manufatti che hanno funzione di contenimento, protezione, manipolazione o consegna di merci o di prodotti alimentari, ad esclusione dei manufatti compostabili, dei dispositivi medici e dei MACSI adibiti a contenere e proteggere medicinali. La Plastic Tax è fissata nella misura di 0,45 euro per chilogrammo di materia plastica contenuta nei MACSI, inoltre si pone l’obiettivo di premiare le imprese virtuose, attive nel settore, che si adoperano per un adeguamento tecnologico dedicato alla produzione di manufatti compostabili mediante un credito d’imposta nella misura del 10% delle spese sostenute nel 2020.

Guardando al futuro, il recente incontro dellAssemblea delle nazioni unite per l’ambiente (UNEA)[MM12] , il più alto forum a livello mondiale in materia ambientale, fa ben sperare. Svolto online, causa Covid-19, il meeting ha raccolto più di 40 pareri favorevoli all’introduzione di una normativa internazionale comune. Durante gli incontri, anche i maggiori inquinatori pro capite – Stati Uniti e Regno Unito – hanno espresso il loro sostegno a favore di un trattato internazionale sulla plastica. Gli Stati Uniti, in particolare, hanno ripristinato il loro ruolo internazionale sotto il presidente Biden. L’incontro è stato suddiviso in 2 parti, motivo per cui solo a febbraio 2022 sapremo se tale iniziativa sarà implementata o meno e se quindi l’attuale sistema frammentato e discrezionale verrà finalmente messo da parte.

Sara Filugelli