Il trasporto di merci e persone, alla base delle attività economiche mondiali è destinato ad aumentare sensibilmente nel prossimo futuro a causa della crescita della popolazione e delle economie dei paesi in via di sviluppo.
Da qui la crescente preoccupazione per i possibili effetti legati alla quantità di emissioni di gas serra che il settore dei trasporti provoca.
Come indicato dall’UNEP, i trasporti risultano tra le principali fonti di emissioni totali di gas serra del pianeta contribuendovi per il 25%. Secondo le stime dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), le quote di emissioni derivano dal trasporto su gomma per il 77.17%, dal trasporto aereo per il 10.87 %, dal trasporto marino per il 9.78% e per il 2.18% dal trasporto su rotaia.
Questo risultato è legato al fatto che il 95% dell’energia utilizzata nel settore è prodotta principalmente da combustibili fossili. Affrontare al più presto il problema è necessario per non peggiorare ulteriormente la situazione soprattutto alla luce delle stime dell’UNEP che prevede nei prossimi anni un aumento dei veicoli a motore pari a tre/quattro volte le cifre attuali.
L’obiettivo di riduzione delle emissioni è legato indissolubilmente all’adozione di tecnologie più efficienti e sostenibili oltre che alla cooperazione tra gli stati, che attraverso l’adozione di accordi internazionali e legislazioni regionali e nazionali possono fornire gli strumenti e indicare la direzione da seguire per mitigare i danni derivanti dalle emissioni.
I primi interventi a livello internazionale, volti a regolamentare le emissioni e la tutela dell’ambiente, sono riconducibili alla Conferenza sull’ambiente umano tenutasi a Stoccolma del 1972 dalla quale emerse la gravità del degrado ambientale e l’importanza di adottare contromisure efficaci per prevenire l’inquinamento ambientale. Durante la Conferenza furono adottati due documenti, il Piano mondiale di azione ambientale e la Dichiarazione di principi, che fornirono le prime indicazioni sulla tutela ambientale e indirettamente anche sul controllo delle emissioni legate ai trasporti.
Tuttavia, tale tematica, seppur centrale non è mai stata il focus principale delle negoziazioni, infatti sia durante la Conferenza di Rio del 1992, sia in quella del 2012, la questione è stata discussa solo marginalmente.
La tematica è stata invece ampiamente trattata nel Protocollo di Kyoto, adottato nel dicembre del 1997 ed entrato in vigore a febbraio del 2005. Il Protocollo prevedeva la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, rispetto ai livelli del 1990, seguendo il principio delle responsabilità comuni ma differenziate.
Nel 2015, in occasione dei negoziati per l’Accordo di Parigi, il tema dei trasporti è diventato centrale nelle discussioni tra gli Stati. L’Accordo ha stabilito l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura entro i 2° C e ha previsto la riduzione delle quote di emissioni di gas serra al fine di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. In questo senso, particolare attenzione è stata dedicata al settore dei trasporti.
Inoltre, durante il vertice delle Nazioni unite sullo sviluppo sostenibile che si è tenuto a New York nel 2015, il tema dei trasporti ha assunto una primaria importanza.
I Sustainable Development Goals (SDGs), addottati dall’Assemblea generale dell’ONU con risoluzione 70/01, prevedono, tra l’altro, l’obiettivo di «Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili […] Entro il 2030, garantire a tutti l’accesso a un sistema di trasporti sicuro, conveniente, accessibile e sostenibile […]» (art. 11 e ss.).
Va detto che l’Unione europea riveste in questo ambito un ruolo di primo piano. Nel corso degli anni, infatti, l’UE ha adottato una serie di atti con cui ha cercato di migliorare, in termini di impegni temporali e obiettivi, gli obblighi assunti a livello internazionali dalla partecipazione ai principali trattati sull’ambiente.
I primi interventi, a livello comunitario, erano rivolti alla regolamentazione del livello di emissioni di autoveicoli e motocicli, attraverso l’istituzione degli Standard europei sulle emissioni inquinanti, vincoli sempre più stringenti per cercare di minimizzare il livello di emissioni. Il primo standard, conosciuto con il nome di Euro I è stato adottato con la Direttiva 91/441, mentre oggi, a seguito dell’adozione del Regolamento 595/2009, è in vigore lo standard Euro VI.
Un importante intervento nel settore è stato il LIBRO BIANCO – Tabella di marcia verso uno spazio unico europeo dei trasporti – Per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile, adottato dalla Commissione nel 2011, al cui interno sono presentate le strategie di sviluppo da adottare per raggiungere entro il 2050 il passaggio a un trasporto ecosostenibile.
Di recente, particolare importanza ha assunto il Green Deal. Il Piano d’azione europeo per l’ambiente, adottato nel dicembre 2019 sotto la spinta della Presidente della Commissione europea Von der Leyen, si pone l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 attraverso la riduzione delle emissioni, il controllo e la rielaborazione delle norme già esistenti nonché l’adozione di norme più aggiornate e stringenti.
Mattia Chiacchiararelli